Parco regionale del Delta del Po dell'Emilia-Romagna
Il Parco è stato istituito nel 1988 ed è costituito dalle due Province (Ferrara e Ravenna) e dai nove Comuni che hanno aree o sono collocati all'interno del Parco (Comacchio, Argenta, Ostellato, Goro, Mesola, Codigoro, Ravenna, Alfonsine, Cervia) e dispone di uno statuto specifico che ne regola le attività istituzionali.
La funzione del Parco, è quella di essere un elemento per la promozione del territorio.
La funzione del Parco, è quella di essere un elemento per la promozione del territorio.
È una superficie protetta che copre 52.000 ettari della regione Emilia-Romagna. Copre tutto il delta storico del Po e include anche le bocche dei fiumi Reno, Lamone, Bevano.
Vi fanno parte pure le zone umide e salmastre della costa adriatica e dell'immediato entroterra: la sacca di Goro, le paludi di Comacchio, le terre di Ravenna, le saline di Cervia, le foreste di Argenta e le pinete del Lido di Classe alla bocca del Savio, a nord di Cervia.
Monumenti di rilievo all'interno del parco sono l'abbazia di Pomposa, la Pieve di San Giorgio, Sant'Apollinare in Classe, i canali di regolazione idraulica ed i centri storici di Mesola, Comacchio, Ravenna e Cervia.
Vi fanno parte pure le zone umide e salmastre della costa adriatica e dell'immediato entroterra: la sacca di Goro, le paludi di Comacchio, le terre di Ravenna, le saline di Cervia, le foreste di Argenta e le pinete del Lido di Classe alla bocca del Savio, a nord di Cervia.
Monumenti di rilievo all'interno del parco sono l'abbazia di Pomposa, la Pieve di San Giorgio, Sant'Apollinare in Classe, i canali di regolazione idraulica ed i centri storici di Mesola, Comacchio, Ravenna e Cervia.
Il Parco possiede la più vasta estensione di zone umide protette d’Italia.
E’ un territorio ricco di ambienti naturali che ospitano centinaia di specie floristiche e faunistiche. L’elevato numero di specie presenti è strettamente legato alla diversità degli habitat.
Elementi di rilievo del paesaggio del Delta sono le Valli e le Zone umide.
E’ un territorio ricco di ambienti naturali che ospitano centinaia di specie floristiche e faunistiche. L’elevato numero di specie presenti è strettamente legato alla diversità degli habitat.
Elementi di rilievo del paesaggio del Delta sono le Valli e le Zone umide.
Le Valli salmastre si sono originate per allagamento da parte delle acque di mare di territori depressi o per l’opera di trasformazione da parte dell’uomo a fini produttivi (pesca, saline).
All’interno del perimetro del Parco si estende una delle poche testimonianze in Europa continentale di zone umide di acqua dolce: le Valli di Argenta e Marmorta, scampate alle bonifiche grazie alla fondamentale funzione idraulica come “casse di espansione” durante la alluvioni.
All’interno del perimetro del Parco si estende una delle poche testimonianze in Europa continentale di zone umide di acqua dolce: le Valli di Argenta e Marmorta, scampate alle bonifiche grazie alla fondamentale funzione idraulica come “casse di espansione” durante la alluvioni.
LA FLORA
Nel Parco vivono piante estremamente specializzate legate:
alle spiagge e alle dune (psammofile)
alle zone umide (idrofite)
alle lagune e valli salmastre (piante alofile)
paludi e prati umidi d’acqua dolce.
LA FAUNA
La fauna del Parco del Delta del Po è sicuramente uno degli elementi di maggior pregio dell'area protetta.
Sono note complessivamente più di 460 specie di Vertebrati.
Gli uccelli del Delta del Po costituiscono un patrimonio di straordinario valore, con oltre 300. Tale ricchezza fa del Parco la più importante area ornitologica italiana ed una delle più rilevanti d’Europa.
LA SALINA
La Salina di Cervia si trova nel Parco Regionale del Delta del Po e ne è la porta di accesso da sud .
Dal 1979 è divenuta Riserva Naturale dello Stato.
Dal 1979 è divenuta Riserva Naturale dello Stato.
Le saline di Cervia si estendono su una superficie di 827 ettari, a 1600 metri di distanza dal mare. Sono abbracciate da un canale perimetrale lungo Km 14,200 e percorse al loro interno da una rete di vari altri canali per uno sviluppo complessivo di oltre 46 chilometri.
Il metodo di lavorazione attualmente in uso viene chiamato "per bacini differenziati" e consiste nel separare i numerosi sali dell'acqua marina al fine di ricavare cloruro di sodio il più possibile puro.
L'avvio della campagna salifera ha inizio con lo svuotamento, alla fine dell'inverno, dei bacini dalle acque piovane raccoltesi nei mesi freddi.
Verso i primi di aprile, in un giorno in cui la salinità è particolarmente elevata, l'acqua viene immessa dal mare Una parte dell'acqua riempie le vasche deposito, la rimanente comincia il suo giro e viene pompata nelle vasche di evaporazione. Grazie al naturale processo dell'evaporazione, l'acqua marina si concentra e inizia a depositare i metalli pesanti ed i sali meno solubili (i carbonati).
L'avvio della campagna salifera ha inizio con lo svuotamento, alla fine dell'inverno, dei bacini dalle acque piovane raccoltesi nei mesi freddi.
Verso i primi di aprile, in un giorno in cui la salinità è particolarmente elevata, l'acqua viene immessa dal mare Una parte dell'acqua riempie le vasche deposito, la rimanente comincia il suo giro e viene pompata nelle vasche di evaporazione. Grazie al naturale processo dell'evaporazione, l'acqua marina si concentra e inizia a depositare i metalli pesanti ed i sali meno solubili (i carbonati).
Successivamente si depongono i solfati nei cosiddetti bacini di terza evaporazione. A questo punto l'acqua viene portata nei bacini di quarta evaporazione che "servono" i bacini salanti, i quali misurano 1200 metri di lunghezza per 160 di larghezza dove si deposita alla fine dell'estate il cloruro di sodio. In queste condizioni la salinità è maggiore di 7-8 volte quella del mare.
La raccolta del sale si effettua alla fine del mese di Agosto, con un apposito macchinario che avanza su dei rulli metallici sulla crosta di sale di un bacino salante. Il sale viene poi trasportato nel piazzale al centro dello stabilimento con un piccolo treno con dei vagoncini della portata di circa 20 quintali ciascuno, per essere accumulato in attesa del lavaggio e del successivo confezionamento.
La raccolta del sale si effettua alla fine del mese di Agosto, con un apposito macchinario che avanza su dei rulli metallici sulla crosta di sale di un bacino salante. Il sale viene poi trasportato nel piazzale al centro dello stabilimento con un piccolo treno con dei vagoncini della portata di circa 20 quintali ciascuno, per essere accumulato in attesa del lavaggio e del successivo confezionamento.
Museo del Sale
Magazzino del Sale "Torre"
Magazzino del Sale "Torre"
Collocato all'interno del Magazzino del Sale "Torre", il MUSA è nato dall'attività del gruppo culturale Civiltà Salinara, che ha voluto mantenere vivo il ricordo del lavoro in salina ed ha raccolto documenti, attrezzi e foto che testimoniano l'ambiente e la produzione del sale.
Il Po di Goro costituisce la prima e più estesa diramazione del fiume Po che, insieme alle altre, forma il suo delta attuale
Il suo corso costituisce la parte più orientale del confine tra laRegione Veneto e la Regione Emilia-Romagna e, nello specifico, tra la Provincia di Rovigo e quella di Ferrara. Esso delimita altresì, a sud, l'Isola di Ariano che comprende i territori comunali di Ariano nel Polesine, Corbola e Taglio di Po.
La flora
La maggior parte delle golene del Po sono utilizzate per la pioppicoltura e non hanno pregio naturalistico. Lungo gli argini del Po, è presente una tipica vegetazione di elofite d’acqua dolce con canneti. Presso le due anse a NE di Mesola e presso la piccola ansa in località Romanina, in alcuni punti ad acque calme, profonde e ricche di sostanze nutritive, vi sono vegetazioni a pregio naturalistico molto elevato, di idrofite radicanti al fondo come la Nimphaea alba, Nuphar luteum.
Nelle isole e in alcune aree ripariali la vegetazione è evoluta in un piccolo bosco fluviale, dominato da salice bianco (Salix alba) e pioppo gatterino (Populus canescens).
La fauna
Il ramo del Po di Goro ed il tratto di fiume Po ricadenti nella Stazione sono molto importanti per la risalita di diverse specie di pesci, in particolare di lampreda di mare, storione del Naccari, storione comune, storione ladano e cheppia. Importante anche per l’abbondanza del triotto, piccolo ciprinide endemico altrove in rarefazione
PO DI GORO
Il Po di Goro costituisce la prima e più estesa diramazione del fiume Po che, insieme alle altre, forma il suo delta attuale
Il suo corso costituisce la parte più orientale del confine tra laRegione Veneto e la Regione Emilia-Romagna e, nello specifico, tra la Provincia di Rovigo e quella di Ferrara. Esso delimita altresì, a sud, l'Isola di Ariano che comprende i territori comunali di Ariano nel Polesine, Corbola e Taglio di Po.
La flora
La maggior parte delle golene del Po sono utilizzate per la pioppicoltura e non hanno pregio naturalistico. Lungo gli argini del Po, è presente una tipica vegetazione di elofite d’acqua dolce con canneti. Presso le due anse a NE di Mesola e presso la piccola ansa in località Romanina, in alcuni punti ad acque calme, profonde e ricche di sostanze nutritive, vi sono vegetazioni a pregio naturalistico molto elevato, di idrofite radicanti al fondo come la Nimphaea alba, Nuphar luteum.
Nelle isole e in alcune aree ripariali la vegetazione è evoluta in un piccolo bosco fluviale, dominato da salice bianco (Salix alba) e pioppo gatterino (Populus canescens).
La fauna
Il ramo del Po di Goro ed il tratto di fiume Po ricadenti nella Stazione sono molto importanti per la risalita di diverse specie di pesci, in particolare di lampreda di mare, storione del Naccari, storione comune, storione ladano e cheppia. Importante anche per l’abbondanza del triotto, piccolo ciprinide endemico altrove in rarefazione